
Cittadinanza, nel sito della FLC uno spazio dedicato all’inclusione
L’impegno del sindacato su un tema centrale: è proprio a scuola che si impara a stare insieme anche se si è “diversi”. E tra i referendum di giugno si vota anche su questo


Di Stefano Iucci
Il tema della cittadinanza non riguarda solo la scuola. Ma è nella scuola che trova uno dei suoi snodi centrali: perché è in classe che si impara a stare insieme pure se si è “diversi” e se si proviene da luoghi diversi. È con questa convinzione che la Flc Cgil ha deciso di dedicare uno spazio strutturato all’interno del suo sito proprio a questo tema: “Con/Cittadinanze. Uguali nei diritti e nei doveri”.
Nella presentazione della sezione si legge questo: “Riteniamo fondamentale riportare al centro della discussione i nostri settori, a partire dalla scuola, come promotori di inclusione, intercultura, come luoghi collettivi capaci di costruire competenze e realizzare pratiche di cittadinanza attiva e consapevole, di adoperarsi per un efficace contrasto della xenofobia, dell’esclusione e della discriminazione su base etnica”.
Non è indifferente il fatto che questo imput trovi una concomitanza con uno dei 5 referendum voluti dalla Cgil che si terranno l’8 e 9 giugno, visto che uno dei quesiti mira a ridurre da 10 a 5 anni il tempo necessario per avere la cittadinanza italiana. “Questa coincidenza – ci spiega Diana Cesarin, ideatrice e curatrice di questa iniziativa – conferma la crucialità dei temi che si vogliono affrontare. Corrisponde cioè a una precisa scelta culturale e politica della Flc che vuole occuparsi fattivamente di una questione che riconosce come cruciale per la vita e il futuro democratico di questo nostro paese”.
Il canale, ricco di materiali e sollecitazioni, è suddiviso in due parti, la prima è intitolata “Essere e fare cittadinanza” e si propone, si legge nel sito, di “documentare e partecipare al percorso per il riconoscimento della cittadinanza". La seconda (“Scuola – cittadinanza – interculturalità”) è suddivisa in tre sezioni: “L’inclusione fa bene a tutti”; “Il plurilinguismo come occasione”; “Ital2 e formazione civica per migranti nei Cpia”. L’obiettivo è chiaro: “Offrire in modo sistematico e permanente il fattivo supporto del nostro sindacato a coloro che nella scuola lavorano per produrre inclusione, intercultura e formazione democratica delle giovani generazioni”.
Cesarin, con un lungo passato nella scuola come insegnante e poi in ruoli importanti nel Mce e Flc Cgil, è convinta che “questo sia un terreno decisivo, che il governo lo riconosca o meno. Sappiamo tutti che stiamo andando verso un inverno demografico e che l’Europa senza cospicui flussi migratori rischia di andare verso una vera e propria implosione”.
Diventa però essenziale il governo di questi fenomeni. Cesarin sottolinea come “la diversità non è spontaneamente una ricchezza, ma lo diventa se la si gestisce intenzionalmente. E dove si impara a stare insieme pur essendo diversi? A scuola, perché è lì che si va tutti ed è questo che dà centralità al lavoro in classe. Per questo motivo destano grandissima preoccupazione le nuove Indicazioni nazionali di Valditara che fanno piazza pulita di quell’approccio interculturale che ha caratterizzato i documenti ministeriali degli ultimi 30 anni”.
In questo senso assume una grande importanza anche il “plurilinguismo”, anch’esso una ricchezza che va sfruttata e pure in questo caso bocciato da Valditara che sempre nelle Indicazioni parla di “non italofoni”, usando dunque una definizione in negativo per chi utilizza altre lingue.
Centrale infine anche il tema dell’Ital2 (cioè la lingua seconda, quella che gli stranieri imparano nell'ambiente dove è parlata) e della formazione civica per i migranti. “In questo caso – sottolinea Cesarin – un ruolo fondamentale debbono averlo i Cpia. Per quanto ridotti in condizioni disastrose, sono infatti il luogo centrale in cui lo Stato deve assumere la responsabilità di questa funzione, all’interno del capitolo più generale dell’educazione degli adulti”.
Non si deve commettere l’errore di considerare questi temi “solo” in astratto: inclusione, diversità, emarginazione dei “diversi” sono purtroppo temi che incrociano continuamente l’attualità e toccano la vita delle famiglie. È il caso, ad esempio, di quanto accade a Dronero, in provincia di Cuneo e di cui molto si è scritto. Nel paese ci sono quattro scuole, due in centro e due nelle frazioni residenziali: i due istituti in centro sono frequentati quasi solamente da alunni di origine straniera, quelle in periferia, quasi solo da italiani.
Una delle parti più interessanti del sito è proprio quella dove si racconta cosa sta accadendo a Dronero, le difficoltà di trovare soluzioni, ma anche la forza e la determinazione di una comunità educante: “Eppure - si legge -, dopo discussioni in collegio docenti e nel consiglio d’istituto è stato istituito un tavolo di confronto, aperto a tutti i soggetti della comunità educante, che si avvarrà anche del contributo di un esperto di pratiche dialogiche in situazioni complesse”.
Situazioni complesse, appunto, ma ineludibili per un Paese che si dica civile e democratico.