
Anticipi nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare
A Roma un Convegno sul tema dell’anticipo scolastico


Alta qualità in termini di competenza e di rappresentazione della realtà nazionale: questa la caratteristica del convegno che si è svolto ieri presso l'Istituto Kirner di Roma sul tema del diritto all'educazione dei bambini più piccoli.
Al centro, inutile dirlo, la discussa e discutibile scelta del MIUR di anticipare l'età utile per l'ingresso nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare, di quattro mesi (per ora).
Ma soprattutto la scelta di fare ciò senza garantire ai bambini più piccoli le dovute condizioni, da concordare e definire con gli Enti Locali, prima di procedere all'accettazione.
L'incontro, presieduto nella mattinata da Paolo Gatti, assessore all'istruzione del comune di Teramo, era organizzato dal Gruppo Nazionale Nidi Infanzia con il patrocinio dell'ANCI e dell'Assessorato alle politiche educative del Comune di Roma e con la collaborazione del Coordinamento Nazionale per le politiche dell'infanzia e della sua scuola, di cui fa parte la FLC Cgil insieme a CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS-Confsal e alle Associazioni professionali AIMC, ANDIS, CIDI, FNISM e MCE.
La capacità e la puntualità dell'analisi ha costituito già di per sé una approfondita critica alla proposta azzardata di questi anticipi.
Con un approfondimento sui tempi e sulla velocità degli apprendimenti, ha parlato di fast school, non meno indigesta e controindicata dei fast food, Susanna Mantovani, Preside della facoltà di Scienze della Formazione dell'Università La Bicocca di Milano. Di "grandi opere nell'infrastruttura sociale - ché le grandi opere non sono solo ponti e TAV-" ha parlato Sergio Spaggiari, direttore delle "mitiche" scuole dell'infanzia di Reggio Emilia, che ha messo l'accento sull'inadeguatezza determinata dalla precarietà che, tra blocchi delle assunzioni e tagli dei finanziamenti, pervade il sistema dei nidi e delle scuole dell'infanzia. La presenza del privato sociale è stata valorizzata nell'intervento di Leonardo Alessi della FISM, la federazione delle scuole dell'infanzia cattoliche, che ha ribadito l'opposizione della sua organizzazione agli anticipi. Le regole e le condizioni per la qualità educativa sono state l'argomento invocato nell'intervento del Coordinamento per le politiche dell'infanzia.
La discussione è stata animata da educatrici dei nidi di Roma, da insegnanti della scuola dell'infanzia, da Gianni Pettinaro, dirigente scolastico di Teramo, da Antonietta D'Episcopo dell'AIMC, da Rita Pallante dell'ANCI e da Fabrizio Dacrema della CGIL.
La mappa delle situazioni è ben emersa nel pomeriggio dal confronto fra Nord e Sud presieduto da Lorenzo Campioni, dirigente della Regione Emilia-Romagna.
"Dove c'è il nido pubblico e a costo contenuto i genitori non anticipano" ha detto Aldo Garbarini del Comune di Torino. "Solo grazie alle RSU in Toscana si è arrivati a sapere che c'erano 540 anticipi accolti. La direzione scolastica regionale non lo sapeva. O preferiva non saperlo perché "nessuna notizia" corrisponde a "fatto inesistente" - ha detto Alessandro Pazzaglia Segretario regionale della FLC Cgil -. "Difendere la bambinità" è l'imperativo per Rosa Seccia, insegnante di Napoli, che ha ricordato come, avendo lavorato per qualificare la scuola dell'infanzia, le primine fossero ormai registrate in calo. La Legge 53 ha invece favorito una ripresa del fenomeno. Ha ricordato anche come il Sud manchi di tutte le condizioni di qualità non solo per l'anticipo, ma per il "percorso ordinario" dell'infanzia . Un parallelo con altri episodi di altre epoche, in cui si temeva di perdere iscrizioni non accettando i bambini a metà dell'anno, è stato fatto da Claudia Mossina, insegnante di Novara: "Anche allora si riuscì a vincere spiegando le cose ai genitori, così oggi bisogna spiegare ai genitori perché è sbagliato anticipare". Al movimento anti-TAV si è ispirato Valerio Tagliaferri, genitore del CGD lombardo, non tanto per il merito quanto per dimostrare che tutte le opere pubbliche, e la riforma del sistema scolastico è tale, richiedono uso del cervello, "lentezza" e democrazia. Un lavoro di indagine svolto in Puglia grazie alla collaborazione tra Università di Bari e FLC Cgil è stato il tema dell'intervento del prof. Leonardo Palmisano: si sono messe in luce le diverse tipologie di genitori di fronte ai due anticipi, che sono comunque in crescita e ai quali alcuni genitori guardano con benevolenza ritenendoli un modo per guadagnare tempo rispetto a future bocciature dei figli.
Prima dell'avvio della Tavola Rotonda condotta da Giancarlo Cerini -vicepresidente del Cidi - ha portato un contributo ai lavori Luisella De Filippi Segretaria nazionale della FLC Cgil, rivendicando il rispetto delle regole per assicurare la qualità dell'educazione a tutti i bambini.
Il tema della tavola rotonda "domande dei genitori, diritti dei bambini: le istituzioni come rispondono?" è stato trattato dai partecipanti - Clotilde Pontecorvo dell'Università La Sapienza, Maria Coscia Assessore all'istruzione del Comune di Roma, Mauro Francia dirigente del Comune di Modena, Silvana De Luca del Coordinamento Nazionale per le politiche dell'infanzia e della sua scuola -. E' stato riaffermato il diritto dei genitori ad avere i servizi e il diritto dei bambini ad avere dei servizi educativi di qualità. Ciò può trovare risposta se si potranno istituire i posti necessari nei nidi e nella scuola dell'infanzia affinché non ci siano più liste di attesa. La qualità dei servizi educativi e della scuola dell'infanzia deve essere assicurata, in tutto il Paese, attraverso la continuità educativa ed interventi di politiche educative e di scelte amministrative rispettosi di regole e standard individuati a livello nazionale.
Ha concluso l'incontro Ferruccio Cremaschi - Segretario del gruppo nazionale Nidi-Infanzia - risottolineando i temi usciti dalla lunga discussione e proponendo di inviarli al livello politico invitato, ma assente.
Roma, 21 dicembre 2005
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