
Approvato il decreto: e adesso?
Il ministro Moratti ha voluto fare una forzatura facendo approvare dal Consiglio dei ministri, a tempo di record, il primo decreto attuativo della sua controriforma.


Il ministro Moratti ha voluto fare una forzatura facendo approvare dal Consiglio dei ministri, a tempo di record, il primo decreto attuativo della sua controriforma.
Sembra di assistere a una competizione sfrenata fra il ministro Moratti e tutto il complesso dell’opposizione sociale e politica, che si esprime contro il suo disegno di smantellamento della scuola pubblica, per segnare una vittoria politica a suon di norme approvate a maggioranza, nel disprezzo più totale anche del mero buonsenso.
E così la confusione cresce fra docenti nelle scuole, ma anche fra le famiglie che sono invitate a compiere iscrizioni più o meno legittime, che realizzano in modo sempre più chiaro ciò che stanno perdendo, nonostante i messaggi mediatici tranquillizzanti del ministro.
Oggi abbiamo un decreto sul primo ciclo di istruzione e la scuola dell’infanzia che ha quasi terminato il suo iter, manca solo la formalità della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e tuttavia molti interrogativi continuano a tormentare le scuole, interrogativi che riguardano la legittimità giuridica delle iscrizioni effettuate e del decreto stesso, interrogativi che riguardano il futuro della scuola pubblica, il destino professionale della condizione docente, il che fare immediatamente e che cosa succederà a settembre.
Molti insegnati si sentono si chiedono e si sentono chiedere se questo decreto che impoverisce e dequalifica la scuola pubblica debba essere immediatamente applicato.
A questo proposito si stanno convocando molti collegi dei docenti.
A nostro avviso vi sono alcuni punti fermi di cui è necessario tenere conto:
- CGIL, CISL, UIL scuola hanno impugnato al TAR una circolare illegittima perché non riferita alla normativa vigente. L’esito di tale ricorso potrebbe determinare nuovi scenari visto che il termine delle iscrizioni, fissato al 31 gennaio, vede il percorso del decreto incompleto: solo la pubblicazione sulla G.U., prevista per i primi di febbraio, rende giuridicamente valido il decreto.
- Le famiglie, al momento delle iscrizioni hanno fatto una opzione sulla base dei modelli scolastici previgenti, pertanto devono essere riconvocate per la scelta in relazione alle nuove opzioni previste dal decreto. Sulla base di tale scelta i collegi docenti dovrebbero programmare l’azione educativa. Ai collegi docenti, però, mancano le condizioni necessarie per programmare i nuovi modelli scolastici: non conoscono gli organici su cui potranno contare, né la funzione e l’organizzazione dei docenti stessi
- Il tutor è figura professionale prevista dal decreto ma mancano tutti i passaggi necessari alla sua realizzazione: chi lo sceglie? Come e quanto viene pagato? Qual è il ruolo e la funzione dei docenti non-tutor? Trattandosi di materia contrattuale, tutto ciò può essere definito soltanto da una sede contrattuale.
- Infine una recente sentenza della Corte Costituzionale apre interrogativi pesanti sulla competenza del Consiglio dei ministri a stabilire norme sulla scuola che vadano al di là di quelle generali e dei principi fondamentali. Potrebbe partire da qui un percorso pieno di contenziosi giuridici, i cui esiti sono oggi imprevedibili.
Tutte queste ragioni, al di là della non condivisione del contenuto del decreto, suggeriscono estrema prudenza nell’imporre alle scuole un affrettato cambiamento.
La CGIL scuola ritiene, come ha già sostenuto anche nella audizioni parlamentari, che non vi siano le condizioni per l’attuazione del decreto dal prossimo anno scolastico.
Roma, 28 gennaio 2004
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