
Come ti blocco la riforma: 3. Formazione iniziale insegnanti scuola base
Formazione iniziale insegnanti scuola base


Una versione del presente testo è stato erroneamente pubblicata nella serata di ieri 5 luglio. Purtroppo si trattava di una versione non corretta e contenente alcune inesattezze.
Ce ne scusiamo con i visitatori.
Dalla Legge 341 e una serie di provvedimenti successivi si è avviata la formazione dei futuri docenti, prevedendo l’istituzione nelle Università delle Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SSIS) per gli insegnanti della scuola secondaria e dei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, per coloro che intendono insegnare nella scuola dell’infanzia ed elementare.
Per la prima volta era stata introdotta in Italia una formazione iniziale sistematica e strutturata per gli insegnanti.
Prima ognuno di noi diventava insegnante sulle spalle di un certo numero di generazioni di alunni.
Insieme al decreto sul riordino dei cicli, è stato anche ritirato dall’attuale Ministro della Pubblica Istruzione, anche il decreto, predisposto dal precedente governo, inerente la formazione iniziale degli insegnanti della scuola di base.
A parte una preclusione ideologica, non si colgono proprio le ragioni di una tale decisione.
Il decreto in oggetto, infatti, definiva il percorso di formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia e del segmento scuola di base, percorso che attualmente si attua all’interno del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria.
Per gli insegnanti della scuola dell’infanzia il percorso era articolato in tre anni di laurea con un profilo fortemente “educativo” (classe 18 del MURST), seguito da un anno di specializzazione definito “master”.
Per la scuola di base il percorso era maggiormente articolato, poiché si configurava come una laurea triennale seguita dalla scuola biennale di specializzazione all’insegnamento: lo stesso percorso che attualmente stanno effettuando i futuri insegnanti della scuola media inferiore superiore. La laurea triennale poteva essere, anche in questo caso, la laurea classe 18 del MURST, orientata quindi ad aspetti educativi, psico- pedagogici, metodologico- didattici, oppure una laurea “disciplinare”, centrata quindi sullo studio di una disciplina. Nel primo caso (laurea classe 18 MURST e scuola di specializzazione all’insegnamento) il percorso di studi era mirato a coloro i quali sceglievano di insegnare ai bambini dei primi anni della scuola di base; nel secondo caso (laurea “disciplinare e scuola di specializzazione all’insegnamento) il percorso si riferiva agli insegnanti che andavano a operare in modo privilegiato sugli ultimi anni del settennio di base.
Cosa succede ora di fronte al ritiro di questo decreto?
Il percorso degli insegnanti della scuola secondaria permane così come si era venuto configurando, con la sola modifica di una laurea triennale, anziché quadriennale, all’inizio del percorso e il biennio nella scuola di specializzazione all’insegnamento (SSIS).
Grossi problemi pone invece il mantenimento del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria in quattro anni. Si tratta, infatti, di un percorso obsoleto all’interno del sistema dell’intera formazione iniziale per i docenti e rappresenta una discontinuità. Di fatto il mantenimento di tale corso di laurea non rende unitario il percorso formativo per tutti gli insegnanti, quando invece l’impianto culturale di tutta la normativa inerente la formazione iniziale dei docenti, si orientava a diversificare i percorsi nel merito dei contenuti e non, invece, rispetto al tempo dedicato alla formazione, che era lo stesso per tutti, cioè cinque anni.
Inoltre, tale corso di laurea rappresenta una discontinuità nell’impianto generale della riforma dell’Università, che ormai configura corsi di laurea triennali e corsi biennali specifici per una formazione maggiormente professionalizzante. Il rischio è che non si possano garantire sbocchi professionali certi, per cui non vi siano nel prossimo anno accademico iscrizioni. A meno che, non si voglia ancora una volta, sottolineare il fatto che la scuola dell’infanzia e la scuola elementare sono di fatto i segmenti meno importanti di tutto il sistema formativo.
Quanto disposto dal decreto ritirato di fatto era del tutto indipendente dall’inizio o meno nel prossimo autunno dei primi due anni del nuovo ciclo scolastico, in quanto i primi insegnanti formati all’interno del nuovo sistema, sarebbero usciti solo fra cinque anni. Fino ad allora, gli studenti iscritti al corso di laurea quadriennale in Scienze della Formazione Primaria lo avrebbero potuto completare mano a mano, mantenendo il diritto all’accesso all’insegnamento della scuola dell’infanzia e della scuola elementare.
La complessità del lavoro docente rende necessaria una formazione iniziale che definisca un profilo professionale dei docenti alto, in cui competenze operative si intrecciano a quelle disciplinari e pedagogiche, metodologico- didattiche, organizzative, relazionali e di ricerca.
Roma, 6 luglio 2001
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