
Compensi esami di stato: in extremis …un piccolo aumento
E’ stato un po’ un giallo, perché in un primo momento sembrava che il Ministero fosse intenzionato a non uscire dal budget già stanziato lo scorso anno per gli esami di maturità


E’ stato un po’ un giallo, perché in un primo momento sembrava che il Ministero fosse intenzionato a non uscire dal budget già stanziato lo scorso anno per gli esami di maturità. Ciò almeno stando alla conclusione dell’incontro del 5 giugno scorso. Ma lo scontento manifestato da tutte le organizzazioni sindacali alla fine qualcosa ha sortito. I compensi, sia quelli relativi alla funzione che quelli relativi alla trasferta e al rimborso spese, saranno maggiorati dell’1%. Inoltre quelli relativi alla funzione, che già lo scorso anno erano rimasti indietro dell’1,7% rispetto all’allineamento all’inflazione, colmeranno questo gap. In altre parole i compensi relativi alla funzione aumenteranno del 2,7%, quelli relativi al rimborso spese dell’1%. In sostanza ciò dovrebbe portare – il condizionale è d’obbligo almeno fino alla pubblicazione delle tabelle - a un commissario interno un incremento di 11,73 euro.
Resta aperto comunque il problema della ridefinizione complessiva del budget destinato agli esami di stato. Infatti, nonostante i tagli, le commissioni, e quindi le classi terminali continuano ad aumentare e questo a causa dell’arrivo di sempre nuove scuole e classi paritarie: si passa quest’anno dalle 23.950 commissioni dello scorso anno alle attuali 24.500. A questo incremento corrisponde un incremento di 137 presidenti. Da ciò si deduce che, per via di una diversa consistenza e articolazione delle scuole paritarie, queste ultime costano percentualmente di più di quelle statali. E un budget che resti bloccato o che non cresca in maniera congrua finirebbe col produrre un arretramento del valore reale dei compensi stessi. Che è proprio la cosa che si voleva evitare, garantendo una dinamica almeno pari all’inflazione programmata, per non riprodurre una condizione già nota in passato quando i compensi rimasero bloccati per anni ed anni fino a divenire irrisori e demotivanti per il personale impegnato.
Roma, 9 giugno 2003
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