
Corsi di specializzazione per il sostegno: lettera inviata ai Ministri della P.I. e dell'Università
Pubblichiamo la lettera inviata ai Ministri della P.I. e dell’Università sui risultati che a tutt’oggi, dopo la nostra denuncia, sono assolutamente scarsi.


Pubblichiamo la lettera inviata ai Ministri della P.I. e dell’Università sui risultati che a tutt’oggi, dopo la nostra denuncia, sono assolutamente scarsi.
Oggetto : corsi di specializzazione per l’insegnamento ad alunni portatori di handicap gestiti dalle Università.
Signori Ministri,
dobbiamo rilevare che, nonostante i numerosi riscontri alla denuncia fatta dalla Cgil Scuola relativa allo scandalo dei corsi di specializzazione gestiti dalle Università, non è ancora accaduto nulla di concreto per ripristinare la legittimità della situazione nel rispetto delle norme. Anzi.
L’assenza di iniziative efficaci ha portato tutte le situazioni, ivi comprese quelle dove era stato temporaneamente ritardato l’avvio dei corsi in attesa di sviluppi, a ritenere che ormai la questione sia caduta nell’oblio e che, pertanto, tutto può continuare come prima.
Non vi sono dubbi che la situazione sia gravissima come bene hanno dimostrato l’immediata reazione di diversi autorevoli parlamentari e le numerose interpellanze presentate in materia.
Cogliamo l’occasione per ricordarne gli aspetti salienti:
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la stragrande maggioranza dei corsi sono stati avviati senza la preventiva dichiarazione dei Provveditori sul fabbisogno di insegnanti specializzati. Ad oggi risulta sospeso solo il corso organizzato dall’Università di Tor Vergata a Salerno, in seguito ad una interpellanza parlamentare, ma nella stessa situazione ve ne sono decine;
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la maggior parte dei corsi non è gestita dalle Facoltà di scienze della formazione o comunque da Facoltà e Dipartimenti presso cui sono istituiti i corsi di laurea in scienze della formazione primaria o le scuole di specializzazione, come richiesto espressamente dalla normativa, ma dalle Facoltà più varie;
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quando la responsabilità scientifica dei corsi è affidata a docenti universitari, non sempre i relativi insegnamenti corrispondono alla garanzia di autorevolezza e di qualità che pure sarebbe giusto aspettarsi da un’offerta pagata profumatamente;
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le convenzioni si caratterizzano tutte per essere un appalto con il quale l’università affida totalmente agli Enti la gestione e l’organizzazione dei corsi, dalla riscossione delle tasse alla didattica;
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dalla lettura di alcune convenzioni emergono trasferimenti di somme fra gli enti e le università che non trovano riscontro nelle attività effettivamente gestite dalle università;
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la riscossione delle somme, e la gestione non solo degli aspetti didattici ma anche di quelli organizzativi, fa sì che i compensi per i direttori scientifici (quando sono docenti universitari) siano erogati direttamente dall’Ente. Qui non è in discussione il diritto a vedere retribuita una prestazione (anche se facciamo notare che si tratta di cifre che rasentano, almeno in un caso a Chieti, i 400 milioni annui) ma il fatto che, a conferma che non sono state rispettate le norme, il titolare di una convenzione venga retribuito dal soggetto convenzionato;
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in diverse realtà, sotto forma di convenzione, hanno traslocato presso le università gli stessi Enti con gli stessi docenti universitari che gestivano i corsi in regime privatistico;
il business è talmente consistente che si organizzano corsi anche per il personale direttivo (si presume di ruolo);
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è in corso un’opera di sistemazione delle omissioni nelle procedure con la richiesta ai provveditorati, ad esempio, di certificare, ora per allora, il fabbisogno;
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c’è addirittura un’università (Tor Vergata, Scuola di specializzazione in analisi e gestione della comunicazione (!)) che gestisce oltre 60 corsi su tutto il territorio nazionale;
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molte convenzioni sono state attivate nel mese di settembre, negli stessi termini di quelle stipulate in precedenza, nonostante le lettere e le circolari delle SS.VV (es. : Tor Vergata-ANSI, corso di Alghero, scadenza domande il 4 novembre u.s) ;
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l’università di Torino, che ha attivato una serie di corsi in convenzione con l’ANSI, ha previsto nel bando di iscrizione la scadenza del 10 ottobre scorso. L’unico problema è che la Facoltà di Psicologia ha ratificato la convenzione con l’Ansi solo il 26 ottobre, cioè ben 16 giorni dopo il termine ultimo per presentare le domande!
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in tutti i corsi non un’ora di lezione è effettuata presso le sedi universitarie titolari della convenzione;
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i corsi non rispettano i contenuti del Decreto 460/’98 e dell'art.14, comma 4, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
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in diversi corsi sono state fatte firmare dagli Enti ai corsisti clausole liberatorie in caso di "… contestazione dell’iter giuridico-amministrativo del Corso,…" (corso di Enna) o sottoscrivere, con la domanda di iscrizione, formule ambigue quali : "Di essere a conoscenza (ndr : il candidato !) dei dettami del D.L. 460 del 24/11/1998 e della nota ministeriale (M.P.I) del 05/08/1999, prot. 41082" (corso di Alghero);
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l’Università Federico II° che ha sospeso i corsi, in attesa delle verifiche in corso da parte delle SS.VV, subisce lo "scorno" di vedere i propri iscritti rivolgersi ad altri corsi gestiti da Università che non hanno avuto la stessa sensibilità.
Rimangono fermi tutti gli altri aspetti (dai costi all’organizzazione speculativa) già oggetto della precedente denuncia.
Per non vanificare le attese di migliaia di persone, che chiedono semplicemente il rispetto delle norme, sollecitiamo ulteriormente le SS.VV ad assumere decisioni impegnative per far cessare definitivamente questa situazione.
In assenza di ciò è evidente che ci troveremmo in una situazione paradossale in uno Stato di diritto: da un lato, i Ministri intervengono per stigmatizzare illegittimità ma, dall’altro, non intervengono a sanzionare soggetti palesemente inosservanti.
Questa richiesta è anche autorevolmente avvalorata dalla decisione della Commissione MPI/MURST che, in sede di esame della bozza di Decreto del MPI sui requisiti di validità dei titoli finali rilasciati dai corsi, ha chiesto ai due Ministeri di sospendere tutti i corsi.
Infine, la scrivente organizzazione chiede di poter conoscere i dati trasmessi alle SS.VV dai Provveditori e dalle Università, anche nel caso fossero parziali, in seguito alle richieste formulate nel mese di settembre.
In assenza di urgenti riscontri la scrivente Organizzazione sindacale si appellerà di nuovo alla sensibilità dei parlamentari e si riserva di convocare manifestazioni di protesta presso le sedi del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università.
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