
Decreti su “Alternanza scuola lavoro” e “Diritto dovere”: le critiche del CNPI
Anche sulle bozze di decreto sul “Alternanza Scuola Lavoro” e “Diritto-Dovere” il CNPI non risparmia critiche ai provvedimenti del governo.


Anche sulle bozze di decreto sul “Alternanza Scuola Lavoro” e “Diritto-Dovere” il CNPI non risparmia critiche ai provvedimenti del governo.
La scelta dell’Organo Collegiale è stata quella di analizzare i testi dei due decreti senza ritornare sulla valutazione dei contenuti della Legge Delega, sulla quale si era già espresso con numerosi e severi pronunciamenti fin dalla sua presentazione.
Pur rimanendo, quindi, in ambito strettamente tecnico, il CNPI ha evidenziato limiti, ambiguità ed aspetti problematici che riguardano l’impianto generale dei provvedimenti.
In molti punti le due pronunce, pur essendo formalmente distinte, contengono elementi di valutazione comuni, sottolineando di fatto come i provvedimenti riguardino aspetti che devono essere considerati in modo unitario.
In particolare l’attenzione del CNPI si è concentrata sul concetto di alternanza come scelta metodologico-didattica che tutte le scuole del ciclo secondario dovrebbero poter liberamente adottare. In entrambi i pareri si mette in luce e si contesta come ciascun decreto, invece, tenda a strutturare l’alternanza come sistema e come segmento autonomo nell’ambito della “istruzione e della formazione professionale”, sostanzialmente un pezzo di uno dei canali in cui viene spezzettata l’attuale istruzione secondaria superiore.
Ugualmente critici gli appunti del CNPI sulla “disattenzione” che caratterizza i testi nei confronti dell’autonomia scolastica e sui problemi che si determinano quando ci si riferisce alle “istituzioni formative”, a volte comprendendo apertamente tra queste gli Enti di Formazione Professionale sui quali le Regioni hanno competenza esclusiva.
La confusione nasce dalla circostanza, puntualmente evidenziata dal CNPI, che non sono stati ancora definiti i decreti relativi al secondo ciclo, in particolare per quanto riguarda quelli che la Legge Delega chiama gli “istituti”, con tutto il carico di incertezza che questo comporta.
Incertezza che provvedimenti come quelli esaminati non fanno che aumentare.
Roma, 15 luglio 2004
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