
Mattarella concede la grazia a Livio Bearzi, dirigente scolastico condannato per il crollo del convitto de L’Aquila
Cancellata anche l’interdizione dai pubblici uffici. Ora potrà rientrare a scuola.


Il Presidente della Repubblica ha firmato ieri il provvedimento con cui viene concessa la grazia a Livio Bearzi, il dirigente scolastico condannato a quattro anni di carcere per il crollo del Convitto de L’Aquila avvenuto in seguito al terremoto del 2009.
I dirigenti scolastici della FLC CGIL hanno appreso con grande soddisfazione la notizia che sperano possa restituire serenità a un collega a cui vanno tutta la loro solidarietà e il loro affetto.
La grazia consentirà a Livio Bearzi, fino a oggi in affidamento ai servizi sociali, di tornare finalmente al suo lavoro ma non riuscirà certo a cancellare i segni di una vicenda giudiziaria emblematica delle ingiuste e insopportabili responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza degli edifici scolastici.
È inaccettabile che i dirigenti scolastici debbano rispondere delle conseguenze di vizi strutturali, vetustà e mancata manutenzione degli edifici scolastici in cui si trovano ad esercitare la loro professione.
È necessario che le responsabilità di esercizio in capo ai dirigenti scolastici siano declinate con chiarezza e siano distinte da quelle relative alla manutenzione degli edifici, di esclusiva pertinenza dell’ente locale proprietario.
La FC CGIL sta seguendo in questi mesi con attenzione l’iter parlamentare di un disegno di legge che riunifica due proposte rispettivamente delle deputate Serena Pellegrino di Sinistra Italiana (dl c. 3830) e Mara Carocci del Partito Democratico (dl c. 3963) e che intende precisare tali responsabilità. La fine della legislatura che incombe non consentirà probabilmente al provvedimento di arrivare in aula, lasciando ancora irrisolta la questione e lasciando nelle mani dei dirigenti scolastici il classico cerino acceso.
La sicurezza delle scuole deve diventare una priorità del Paese. Gli edifici scolastici sono troppo vecchi e inadeguati e inoltre non rispondono più alle esigenze formative della scuola.
Bisogna finalmente mettere mano a un piano complessivo di riqualificazione che rinnovi il patrimonio dell’edilizia scolastica pubblica, adeguandola alle norme vigenti, all’aumento del numero degli studenti nelle classi e alle innovazioni metodologiche e didattiche, garantendo la salute e la sicurezza dei milioni di cittadini che ogni giorno vivono e lavorano nelle scuole.
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