
Il parere del CSPI sulle Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei
Apprezzata l’autorizzazione di un metodo già ampiamente collaudato e apprezzato a livello internazionale.


Il 13 ottobre 2021, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), riunito in seduta plenaria con modalità a distanza, ha espresso il previsto parere sullo schema di decreto del Ministro dell’Istruzione recante “Adozione delle «Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei» di cui all’articolo 10, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65”.
Il CSPI ha rilevato il valore pedagogico del documento elaborato dalla Commissione presieduta dal compianto Giancarlo Cerini.
Il CSPI rileva positivamente il fatto che il testo, rispettoso dell'attuale quadro ordinamentale, non sostituisca gli attuali documenti programmatici vigenti nei due segmenti considerati, rispettando il profilo specifico di entrambi ed evidenzia positivamente l’importanza attribuita nel testo alla “fascia scolastica pre-obbligatoria da sempre, a torto, considerata ancillare rispetto alla scuola dell’obbligo”.
Il parere del CSPI sottolinea che l’implementazione del sistema integrato zerosei come previsto dalle Linee pedagogiche possa avvenire solo se servizio educativo 0-3 anni e scuola dell’infanzia saranno considerate un investimento prioritario in tutto il territorio nazionale. Viene ribadito che le “forti disomogeneità territoriali e diseguaglianze legate al reddito e all’istruzione dei genitori, vanno sanate con urgenza con gli investimenti ordinari dello Stato, oltre che con quelli straordinari del PNRR.”
Pertanto, proprio in relazione alle azioni collegate alla Missione 4 del PNRR, destinate al sistema 0-6 anni, il CSPI, propone di prevedere presso il Ministero dell’Istruzione un tavolo di confronto e di monitoraggio circa lo stato di avanzamento dell’attuazione delle presenti Linee pedagogiche.
In attesa della definizione dei “Livelli essenziali delle prestazioni", il CSPI auspica che, proprio per la difficoltà di definizione della governace plurilivello, vi sia un impegno coordinato a tutti i diversi livelli istituzionali e considera “di grande importanza l’azione di coordinamento che svolgerà l’amministrazione pubblica centrale in una logica di sussidiarietà.”
Anche il richiamo al rispetto dei CCNL di settore (istruzione e educazione) è da considerare come un LEP, infatti, rappresenta uno degli indicatori di garanzia dei diritti uguali per tutti. In questo senso il CSPI chiede, tra l’altro, la definizione di una norma-quadro nazionale condivisa dalle Regioni e dagli EE.LL. che governi il segmento zero/tre e più in generale tutto lo zero/sei sulla base di norme uniformi su tutto il territorio nazionale, in analogia a quanto già avviene per la scuola dell’infanzia non statale con la legge 62/2000.
Nel parere si rilevano, inoltre alcuni elementi che il CSPI considera “dirimenti” per dare attuazione ad un progetto educativo unitario tra i due segmenti del percorso educativo da 0 a 6 anni, come rafforzare la formazione in ingresso e continua di tutto il personale; aumentare il numero delle sezioni primavera; mantenere la scuola dell’infanzia pienamente integrata nel primo ciclo di istruzione; garantire l’orario dei nidi d’infanzia e delle scuole dell’infanzia in modo uguale in tutto il Paese e aumentare i punti di erogazione, con il conseguente rafforzamento delle dotazioni organiche delle scuole dell’infanzia statali pesantemente ridimensionate negli ultimi anni.
Tra le segnalazioni presenti, infine, si rileva che il CSPI propone la sostituzione della definizione di «coordinatore pedagogico» presente nel testo con la dizione «responsabile pedagogico». Infatti, la legge n. 205 del 27 dicembre (art. 1, c. 595), dispone che il coordinatore pedagogico, riconducibile alla figura del pedagogista, sia definito professionalmente dal possesso delle lauree LM-50, LM-57 e LM-85, mentre la stessa espressione, presente nel testo per definire una figura di raccordo tra i due segmenti, è al momento variamente utilizzata nei sistemi regionali per indicare una professionalità specifica all’interno del sistema zero-tre. Il CSPI ritiene che la definizione di «coordinatore pedagogico» rischi di produrre una sovrapposizione di funzioni e segnala la necessità di prevedere una successiva norma che renda coerente i ruoli e le funzioni richieste con i titoli di studio, per il raggiungimento della formazione adeguata allo svolgimento dei compiti previsti nelle linee pedagogiche.
Il parere è stato espresso all’unanimità.
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