
Liceo del made in Italy: a breve il passaggio in conferenza unificata Stato-Regioni
L’iter di un provvedimento varato in assenza di confronto con il mondo della scuola.


Nella seduta del Consiglio dei ministri n. 89 del 22 luglio scorso, è stato esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica su “Regolamento concernente la definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del “Made in Italy”, integrativo del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89”. Come previsto, lo schema di decreto è stato poi trasmesso alla Conferenza Unificata ai fini dell’acquisizione del relativo parere ai sensi dell’art. 18, comma 2, della Legge 27 dicembre 2023.
In attesa di conoscere il contenuto del parere della C.U., proponiamo un breve riepilogo su un provvedimento avviato e introdotto forzatamente e in totale assenza di confronto con il mondo della scuola.
La Legge 206 del 27 dicembre 2023 recante “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”, agli artt. 18 e 19 contiene l’istituzione del Liceo del made in Italy (LMI). Il provvedimento, è bene ricordarlo, inizialmente prevedeva la soppressione dell'opzione economico sociale del liceo delle scienze sociali. Negli stessi giorni, con la nota 41318 del 28 dicembre 2023, l’Amministrazione ha attivato l’avvio del percorso del Liceo del made in Italy con le iscrizioni al I anno già a partire dall’anno scolastico 2024/25.
Successivamente è stato lo stesso ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a rendere noti i dati sulle iscrizioni al liceo del made in Italy limitati a 375 alunne e alunni che rappresentano una percentuale francamente insignificante e un vero e proprio “flop”.
Incurante dell’insuccesso nelle iscrizioni, il MIM con il DI 83 del 3 maggio 2024 sulle classi in deroga, a copertura del palese fallimento delle iscrizioni del nuovo percorso liceale, ha esteso le deroghe per il diritto allo studio e al contrasto del disagio scolastico anche per favorire la costituzione delle classi prime dei nuovi percorsi liceali e delle sperimentazioni dell’offerta formativa tecnologico-professionale.
Il 24 maggio 2024, infine, era stato illustrato alle organizzazioni sindacali di settore il regolamento oggi al vaglio della C.U. con cui si provvede alla definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del LMI.
La FLC CGIL, sin dall’inizio al fianco dei 419 licei economico-sociali, ha sempre considerato l’istituzione del liceo del made in Italy come l’esaltazione di un pericoloso modello di scuola in cui l’istruzione è a servizio del mercato. Si tratta di una autentica privatizzazione del diritto allo studio realizzata anche attraverso l’istituzione della Fondazione “Imprese e competenze”. La FLC CGIL ha affidato il proprio punto di vista, corredato di valutazioni e proposte, a una memoria scritta presentata in occasione dell’audizione alla Camera.
La Conferenza Unificata aveva già avanzato specifiche critiche rispetto alla confluenza dell’opzione economico sociale del percorso del liceo delle scienze umane nell’opzione Liceo del Made in Italy, sarebbe certamente utile un ulteriore segnale di concretezza. Intanto, la FLC CGIL continuerà, insieme a scuole, docenti, dirigenti, personale ATA, genitori, studenti e istituzioni locali, a mobilitarsi per limitare i danni di questo insensato progetto.
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