
Infanzia. Qualità educativa …cercasi.
Il disastro degli anticipi morattiani va fermato. E subito!


Nel dicembre 2005 è stato lanciato
un appello
per la qualità educativa. Molte e autorevoli firme sono giunte a sostenerne le tesi ed il 13 giugno, corredato da ulteriori argomentazioni a sostegno dei contenuti, l’appello - che ha tra i primi firmatari Enrico Panini segretario generale della FLC Cgil e Ferruccio Cremaschi segretario dell’Associazione nazionale Gruppo Nidiinfanzia-
è stato inviato
al Ministero della Pubblica Istruzione ed ai Presidenti delle Commissioni Cultura di Camera e Senato.
Dopo quella data sono giunti ancora molti pacchi di firme, tutte corredate da una richiesta molto precisa: fermare gli “anticipi morattiani” perché ledono profondamente la qualità educativa e i diritti dei bambini.
In questi giorni alcuni segnali positivi stanno giungendo: il Decreto legge “milleproroghe” prolunga al 2007/2008 la sperimentalità degli anticipi sottoponendoli ancora alle condizioni previste dall’art.7 comma 4 della lege53/2003. E le condizioni - questo dice la legge - vanno sancite in un’Intesa tra MPI e Conferenza Unificata Stato-Regioni. Intesa, però, mai fatta.
L’accordo siglato tra Aran ed Organizzazioni
sindacali parla chiaro:
la mancata definizione di organici e figure professionali e la non attivazione di accordi con le Regioni, come stabilito dalla Corte Costituzionale, hanno determinato le condizioni per accantonare definitivamente il confronto contrattuale in merito alle condizioni di lavoro delle nuove figure professionali.
L’appello che rivendica siano definite le condizioni per la qualità educativa ha ricevuto apprezzamenti dal Presidente Folena . Anche il Viceministro Bastico ha apprezzato l’iniziativa, dichiarandosi interessata e sensibile alle questioni poste nell’appello.
Il Ministro Fioroni, nel discorso pronunziato davanti alle Camere, ha affermato di impegnarsi per mettere a punto segnali di concreta discontinuità rispetto agli anticipi, affermando che attualmente non esistono le condizioni per la realizzazione.
Insomma tutti e tutto,
come un sol uomo, sembrano andare nella direzione del riconoscimento di una gran bruttura introdotta dalla Legge 53/2003: gli anticipi. E la FLC Cgil ricorda che da sempre ne chiede la cancellazione.
Ma le affermazioni di “buone intenzioni”, pur molto apprezzate, da parte di chi governa il Ministero dell’Istruzione non bastano più. Ora è necessario che dalle dichiarazioni si passi molto in fretta ai fatti concreti. Le scuole, dopo tanta confusione, per esercitare l’autonomia, hanno bisogno di parole inequivocabili. E ciò con lo scopo preciso di ripristinare le condizioni necessarie e le regole per assicurare ai bambini il diritto di giocare, crescere ed imparare in una scuola di qualità. I bambini non possono attendere. Per questo i fatti concreti devono arrivare. E subito.
Roma, 24 luglio 2006
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