
Organici: FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola chiedono la riapertura del confronto
Con lettera unitaria, che segue, FLC Cgil, Cisl e Uil scuola scrivono al Ministro per chiedere la riapertura del tavolo di confronto sugli organici, sia docenti che Ata, alla luce delle tante situazioni di conflitto, di violazione delle norme e del diritto allo studio che si registrano in questi giorni nella varie Regioni che stanno procedendo ad ultimare la definizione degli organici per il prossimo anno scolastico


Con lettera unitaria, che segue, FLC Cgil, Cisl e Uil scuola scrivono al Ministro per chiedere la riapertura del tavolo di confronto sugli organici, sia docenti che Ata, alla luce delle tante situazioni di conflitto, di violazione delle norme e del diritto allo studio che si registrano in questi giorni nella varie Regioni che stanno procedendo ad ultimare la definizione degli organici per il prossimo anno scolastico. In particolare alla luce dei sensibili scostamenti che si registrano tra la previsione fatta sul numero degli alunni e gli iscritti effettivi il cui numero è di gran lunga superiore in diversi territori e regioni.
Roma, 14 aprile 2005
__________
testo lettera
Roma, 13 aprile 2005
Al Ministro IUR
Dott.ssa Letizia Moratti
Al Capo Dip. MIUR
Dott. Pasquale Capo
Le Segreterie Nazionali di FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola denunciano la gravità che sta assumendo “la questione organici” in numerose realtà italiane sia per il personale docente che per il personale ATA.
Come temuto ed anticipato nel corso del confronto sull’organico di diritto, le dotazioni attribuite per i docenti a diverse regioni si sono rilevate manifestamente insufficienti.
L’acquisizione del numero reale degli allievi iscritti sta mettendo sempre più in evidenza che i dati previsionali sugli alunni, in numerose province, sono stati gravemente sottostimanti e poiché su quei valori sono state calcolate le quote di organico, è evidente che le condizioni di erogazione del servizio scolastico sono gravemente compromesse, anche perché tale situazione si è andata a sedimentare sui gravissimi tagli operati negli anni scorsi.
In numerose province, nei diversi ordini di scuola, le discrepanze sono così rilevanti da non consentire a tutti gli allievi un effettivo esercizio del diritto allo studio.
A tutela di tale diritto, costituzionalmente sancito, che diventa di fatto inesigibile, i sindacati confederali regionali, dando seguito alla vertenza nazionale, hanno sviluppato iniziative territoriali, già sfociate in momenti di protesta e di mobilitazione.
I confronti in atto con le Direzioni regionali registrano ancora troppe ambiguità, pur nella sostanziale condivisione da parte di quest’ultime della necessità di soluzioni adeguate.
Alcune regioni registrano differenze così consistenti da non essere colmabili con semplici strumenti di compensazione tra gli ordini di scuola, come l’Amministrazione suggerisce.
Solo l’attribuzione di risorse aggiuntive in organico di diritto può determinare condizioni concrete di erogazione del servizio scolastico, in quanto i tetti di organico imposti fanno registrare situazioni gravissime, che:
· producono classi sovraffollate, con un numero di alunni superiore a quello previsto dal DI 331/99, aggravate spesso da condizioni edilizie e strutturali assolutamente precarie;
· negano agli studenti l’iscrizione all’indirizzo di studi scelto, fatto di per sé grave, che diventa drammatico in realtà territoriali a forte tasso di evasione e dispersione, in quanto si traduce in irrecuperabili fenomeni di insuccesso formativo e di abbandono;
· determinano l’esclusione di molte richieste di tempo pieno e tempo prolungato;
· sottraggono disponibilità professionali all’organico d’istituto, impedendo di fatto l’adozione della necessaria flessibilità nei modelli organizzativi;
· compromettono e cancellano la continuità didattica;
· rendono sempre più difficili le condizioni dell’integrazione dei soggetti diversamente abili;
· non consentono di far fronte ai problemi che scaturiscono dalla presenza sempre più massiccia degli alunni stranieri.
In modo surrettizio pertanto, i tetti di organico diventano condizione di alterazione di positivi modelli pedagogico-didattici ed organizzativi, deteriorano il livello qualitativo del servizio di istruzione e formazione, non mettono la Scuola pubblica italiana in condizioni di assolvere alle responsabilità che la Carta Costituzionale le attribuisce
Le scriventi OO.SS. ritengono che le risorse professionali della scuola debbano essere assunte come strumento strategico per lo sviluppo, il miglioramento ed l’efficacia del servizio.
In molte regioni tutto questo è negato.
Le Segreterie Nazionali di FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola valutano pertanto urgente e necessario dare risposte esaustive ai bisogni espressi attraverso le iscrizioni degli studenti.
Ritengono urgente e necessario attribuire ulteriori ed adeguate risorse in organico di diritto, in tempo utile per tutte le operazioni di gestione .
Allo stesso modo le segreterie nazionali denunciano l’aggravamento delle condizioni di efficacia dei servizi amministrativi, tecnici ed ausiliari per l’effetto combinato dei nuovi tagli agli organici dei collaboratori scolastici, a seguito della legge finanziaria 2003, e delle riproposizione del contenimento dei contingenti regionali attraverso il meccanismo dei tetti. Tutto ciò mette a rischio i settori cruciali della cura della persona, dell’assistenza e vigilanza degli alunni, della gestione amministrativa e dei laboratori e rende più difficile la corretta utilizzazione degli istituti contrattuali riguardanti l’organizzazione del lavoro e la stessa predisposizione del piano di attività.
Si segnala, inoltre, che nella costituzione di cattedre orario tra più scuole e comuni diversi non sempre si tiene conto della facile raggiungibilità delle diverse sedi, con ripercussioni sull’attività didattica ed educativa.
Al fine di discutere più puntualmente nel merito i problemi rappresentati e le richieste formulate, chiedono un incontro urgente.
FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA
E. Panini F. Scrima M. Di Menna
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