
Quale criterio guida le scelte del MIUR?
Se i tagli realizzati da questo Governo hanno prodotto danni pesanti alla possibilità delle scuole di rispondere alla richiesta di formazione del proprio territorio , non c’è dubbio che quelli realizzati sui posti di sostegno siamo oggi particolarmente dolorosi per gli alunni e i loro genitori


Se i tagli realizzati da questo Governo hanno prodotto danni pesanti alla possibilità delle scuole di rispondere alla richiesta di formazione del proprio territorio , non c’è dubbio che quelli realizzati sui posti di sostegno siamo oggi particolarmente dolorosi per gli alunni e i loro genitori.
La mancanza di insegnanti di sostegno, il loro numero insufficiente a fronteggiare le diverse esigenze di integrazione, la costante diminuzione del numero di ore in cui i ragazzi disabili sono seguiti a scuola, la concentrazione di più disabili nella stessa classe rappresentano i problemi con cui i genitori si stanno misurando alla riapertura delle scuole.
In tutto il Paese, nei grandi e nei piccoli centri la situazione è sempre la stessa, ed ha raggiunto, al terzo anno di applicazione dei tagli, punte di disagio così forte che sembrano prefigurare l’interruzione di un servizio, garantito dallo Stato, nei confronti del diritto, quello all’integrazione scolastica, degli alunni disabili.
La mancata assegnazione di un insegnante di sostegno per il tempo richiesto in base alla diagnosi e necessario per l’integrazione, sostengono alcune sentenze : “ configura un’evidentissima e grave lesione dei diritti del minore disabile di essere adeguatamente assistito e istruito dalle strutture scolastiche pubbliche, diritti che sono tutelati dal combinato disposto degli artt.2, 3, 2° comma, 34 e 38 della Costituzione, art.1 lett.A, B lett. D), 12.2.3,4 della L.104/92 (comma 2 “L’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni, nella socializzazione”), oltre che dagli artt. 15 e 17 della Carta Sociale Europea”.
La situazione è diventata così grave che, in piena estate, si sono mobilitati i Prefetti, spinti dalle preoccupazioni di tanti genitori, in Campania come in Sicilia, per esempio.
Eppure Cgil, Cisl e Uil, già nei mesi precedenti, avevano segnalato la inadeguatezza dell’ organico ai singoli direttori regionali che avevano risposto facendo prevalere la solita ineludibilità dei tagli.
Giorno dopo giorno la stampa ci ha consegnato i numeri dei posti resi dal MIUR dopo le mobilitazioni: a Siracusa sono arrivati 168 posti in più, a Messina 234, 200 in tutta la Campania , 600 nel Lazio, 274 in Lombardia.
Bene, vuol dire che davanti ai diritti delle persone persino questa amministrazione scolastica sente il dovere di rispondere; anche perché, ovunque i genitori abbiamo promosso ricorsi, essa soccombe in giudizio.
Di fronte a diritti inviolabili - si sostiene in svariate pronunce- sono irrilevanti altre motivazioni come” la limitatezza delle risorse personali e finanziarie disponibili” così come è irrilevante ed ininfluente l’ordine di scuola che il disabile frequenta perché : “ la tutela rappresentata dalla normativa sopra richiamata non è limitata alla scuola dell’obbligo, ma si estende a tutti i presidi scolastici”.
Fa male a tutti i cittadini pensare che si debba ricorrere alla magistratura per ricordare ai Ministri, rappresentanti delle leggi dello Stato, che i diritti dei bambini e delle bambine non sono comprimibili, anzi compete in primo luogo al Ministro dell’Istruzione garantirli attraverso un organico adeguato.
I numeri di posti di sostegno in più concessi dal MIUR - che abbiamo conosciuto solo leggendo il giornale - con quale criterio sono stati distribuiti? Sono, per fare un esempio, proporzionati rispetto al numero di bimbi disabili iscritti nelle scuole? E sono proporzionati alle richieste che, in fase di adeguamento dell’organico, le scuole hanno avanzato in tutto il Paese? I Direttori regionali, cui compete la distribuzione della risorsa costituita dal personale, hanno proporzionato i posti sulla base delle esigenze del territorio regionale?
Il Miur informerà le organizzazioni sindacali sui criteri adottati in un incontro convocato per martedì 21 settembre, mentre la richiesta risale al 27 agosto.
Nelle singole regioni i criteri saranno stati gli stessi? E sono state informate le organizzazioni sindacali, come prevede il contratto?
Gli interrogativi nascono proprio dai numeri che sono stati resi pubblici e lasciano presupporre, se non saremo smentiti, che il principio regolatore è stato uno solo …la discrezionalità.
Ad oggi non ne riusciamo a trovare altri perché le sofferenze territoriali che conosciamo sono molte e molto più diffuse, basta rileggere, su questo sito, i tanti numeri in meno che tutte le regioni hanno segnalato. A meno che non sia stata stilata una graduatoria d’importanza delle direzioni regionali. Tra pochi giorni lo scopriremo insieme.
Roma 15 settembre 2004
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