
Rapporto INVALSI 2024: poche luci, molte ombre
Valditara esulta: risultati straordinari, frutto dei provvedimenti adottati dal Governo. Per la FLC CGIL permane un quadro caratterizzato da allarmanti disuguaglianze sociali e territoriali.


È stato presentato oggi alla Camera dei Deputati, alla presenza del ministro Valditara, del presidente INVALSI Roberto Ricci e della Responsabile Prove nazionali INVALSI Alessia Mattei, il Rapporto Nazionale INVALSI 2024.
I dati sono stati rilevati attraverso prove che hanno visto il coinvolgimento di 2 milioni e 400 mila alunne e alunni, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, e di oltre 70 mila classi.
Alcuni lievi miglioramenti rispetto al 2023 sono circoscritti a specifici settori, ma i risultati sono ancora complessivamente e significativamente al di sotto dei valori pre-pandemici; solo per quanto riguarda la lingua inglese si registra una crescita che arriva a superare i livelli del 2019.
Tra le criticità, emerge il progressivo peggioramento nelle regioni del centro-nord in lingua italiana, imputabile – a detta del Ministro Valditara – alla presenza di alunni non italofoni e i risultati fortemente eterogenei a danno del Mezzogiorno, più marcati in Matematica.
I valori della dispersione scolastica, pur in progressiva diminuzione, sono ancora alti e si attestano nel 2023 al 10,5%. Secondo una proiezione di INVALSI, è possibile stimare che entro breve venga raggiunto il traguardo identificato dalla Commissione europea per il 2030 (9%).
La cosiddetta dispersione implicita, riferita agli studenti che in tutte le prove hanno conseguito un risultato molto basso, e che quindi terminano il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali, nel 2024 è del 6,6% (era dell’8% nel 2023, del 7,5% nel 2019); un dato in diminuzione ma che nulla dice di quel 10,8% dei ragazzi che negli ultimi 5 anni, dal 2018 al 2023, ha subito un ritardo a causa della ripetenza di almeno una classe.
L’aumento, dal 13,3% nel 2023 al 15,1% nel 2024, dei cosiddetti studenti accademicamente eccellenti, sembra suffragare l’ipotesi di una sempre maggiore polarizzazione tra chi consegue pienamente il successo scolastico e chi rimane indietro.
Il Ministro Valditara legge inspiegabilmente con entusiasmo il quadro delineato e interpreta i dati come un giudizio positivo sulla politica del governo, attribuendo al suo Ministero il merito di aver adottato provvedimenti strategicamente vincenti, quali l’introduzione della figura del tutor, da estendere alla “scuola media”, le linee guida per le discipline STEM, adottate col DM 184 del 15 settembre 2023, agenda sud e il potenziamento della lingua inglese e delle attività laboratoriali.
Preannuncia inoltre nuovi interventi volti a rafforzare “la scuola elementare”, a implementare l’insegnamento linguistico per gli alunni “stranieri”, a potenziare gli investimenti in “agenda sud” e a varare agenda nord. I dati incoraggiano il ministro ad attuare ed estendere la riforma della filiera tecnologico-professionale.
Contrariamente al Ministro Valditara, la FLC CGIL rileva una situazione ancora di forte criticità e l’inadeguatezza di scelte politiche che hanno il sapore dello spot e della propaganda, con risultati assolutamente discutibili dal punto di vista della qualificazione dei processi di insegnamento-apprendimento. Servono piuttosto investimenti strutturali e una visione di prospettiva che rimetta l’istruzione pubblica al centro dell’agenda politica, a partire dall’estensione dell’obbligo scolastico fin dall’infanzia, dall’aumento del tempo scuola, dalla valorizzazione del personale, a cui va riconosciuto di aver resistito con generosa professionalità, nel corso degli anni, ai reiterati tentativi di destrutturazione del sistema scolastico.
Fermo restando che la FLC CGIL ha sempre e ripetutamente manifestato dubbi rispetto a un sistema di valutazione interamente costruito su prove standardizzate, strutturate su base censuaria e animate da un intento solo classificatorio, privo di una cornice pedagogica, dai dati presentati emerge l’immagine di un Paese afflitto da profonde disuguaglianze sociali e territoriali che l’autonomia differenziata, unitamente a riforme di settore che vanno nella direzione di una scuola classista e selettiva, non potrà che aggravare.
Ne prenda atto, signor Ministro, e agisca di conseguenza.
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