
Scuola dell'infanzia. 18 marzo 1968 - 18 marzo 2008: quarant'anni di buona scuola
Quarant'anni fa il Parlamento votava la legge che istituiva la scuola materna statale.


L'origine della Legge 444 del 18 marzo 1968, risale alla discussione del "piano decennale della Scuola" del 1959 che si sviluppò nella III legislatura al Senato della Repubblica.
Ma il piano decennale non ebbe grande fortuna. Arrivò a compimento soltanto parzialmente attraverso la legge n. 1073 del 24 luglio 1962 che conteneva un provvedimento triennale per lo sviluppo della scuola. In quella sede, d'accordo Senato e Camera, venne prescritta l'istituzione di scuole materne statali accanto a quelle non statali, le uniche presenti, fino ad allora, sul territorio nazionale e gestite dagli Enti locali, istituti pubblici di assistenza, beneficenza e privati). La fine anticipata della legislatura non permise di tradurre in legge un provvedimento che desse applicazione a quanto previsto dalla L. 1073/62.
Nel 1964 con la IV legislatura il disegno di legge venne ripresentato alla Camera dove iniziò un lungo e tormentato iter che si concluse con la sua bocciatura, con voto a scrutinio segreto, da parte della Camera nonostante le modifiche apportate durante i lavori della Commissione istruzione. La discussione che più animò il dibattito in quegli anni ruotava sull'opportunità o meno che l'accesso all'insegnamento nella scuola materna statale fosse riservato solo alle donne o aperto anche agli uomini e sul fatto che nel provvedimento dovessero entrare anche le norme relative alla scuola materna non statale, che erano in discussione in un altro disegno di legge relativo ai finanziamenti del piano quinquennale per la scuola e per l'edilizia scolastica e universitaria.
Scaduti i tempi previsti dal dibattito, il Governo ripresentò il testo al Senato che approvò il disegno di legge 3990 il 12 aprile 1967 e lo trasmise alla Camera cinque giorni dopo. Ci volle ancora quasi un anno di lavori e nella seduta della Camera del 9 marzo 1968, il disegno di legge 3990 dal titolo: "Ordinamento della scuola materna statale" passò con 259 voti a favore e 132 contrari per essere poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 22 aprile 1968.
Da lì ha inizio la storia della scuola materna statale che in questi quaranta anni si è misurata con una società in continuo cambiamento ed un sistema di istruzione che non l'ha mai vista inclusa nella sua articolazione, fino alla Legge n. 30 del 2000 del Ministro Berlinguer, dove si definisce…" il sistema educativo di istruzione si articola nella scuola dell'infanzia, nel ciclo primario…", ma non rientra ancora nell'obbligo di istruzione nonostante sia frequentata da più del 90% dei bambini dai tre ai sei anni.
Le buone esperienze dalla scuola materna in questi lunghi decenni si sono sviluppate prima attraverso la pratica degli Orientamenti del 1969, dove si riconosceva l'esigenza fondamentale di non "soverchiare" le capacità del bambino utilizzando le forme più progredite della didattica per sollecitarne lo sviluppo ma che risentiva molto del carattere materno e familistico che da sempre aveva connotato questa scuola.
E' solo con gli Orientamenti del 1991 che alle bambine e ai bambini vengono riconosciuti " i diritti inalienabili - sanciti anche, dalla nostra Costituzione e da dichiarazioni e convenzioni internazionali -…. all'educazione…..al rispetto dell'identità individuale, etnica, linguistica, religiosa, sui quali si fonda la promozione di una nuova qualità della vita intesa come grande finalità educativa del tempo presente….".
E' con questo testo che si ridisegnano le indicazioni curricolari, si definiscono i "campi di esperienza" cioè gli ambiti del fare e dell'agire del bambino per raggiungere traguardi, nel rispetto dei propri tempi.
E' stata quella la più bella stagione della scuola materna che, attraverso le diverse sperimentazioni dei nuovi Orientamenti, ha prodotto le migliori esperienze riconosciute a livello internazionale. Quei risultati dovevano anche portare ad innovare gli ordinamenti della scuola dell'infanzia (finalmente non più materna!) definendo tutti gli standard nazionali di qualità per questo segmento del sistema di istruzione. Con il quinquennio di Governo delle destre abbiamo corso il rischio di perdere tutta questa ricchezza anche ma la scuola dell'infanzia, come tutta la scuola, si è fermamente opposta ai tentativi di smantellamento della scuola pubblica. I danni prodotti hanno condizionato comunque le scuole che, anche a fronte di nuovi provvedimenti come le Indicazioni per il Curricolo, nate con l'intento di superare le leggi Moratti, non hanno trovato la giusta spinta per riprendersi appieno la parola ed esercitare fino in fondo la propria autonomia didattica e di ricerca. Forse, anche il susseguirsi - spesso con poca chiarezza - delle proposte del Ministro Fioroni ha impedito una più ampia ed attiva partecipazione, ma è certo che la scuola dell'infanzia continuerà a voler essere protagonista nel panorama dell'istruzione e pretenderà risposte chiare e vincolanti dalla politica, da chiunque essa sia rappresentata.
La scuola dell'infanzia rappresenta la punta di diamante della scuola italiana e questi quarant'anni sono un anniversario importante per chi, come noi, ha messo al centro della propria iniziativa i diritti, primi fra tutti quelli delle bambine e dei bambini ad avere una scuola di qualità.
Roma, 18 marzo 2008
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